PREVISIONI ORARIE E NOWCASTING, COSA SONO E A COSA SERVONO
Tutto parte dall’osservazione diretta della situazione attuale. Si raccolgono i dati provenienti da radar meteorologici, satelliti e stazioni di superficie. I radar mostrano dove si trovano le precipitazioni e con quale intensità, mentre i satelliti offrono un quadro generale delle nubi, della loro estensione e del loro movimento. Le stazioni meteo a terra, invece, forniscono valori come temperatura, umidità, pressione e direzione del vento.
Una volta ottenuti questi dati, si passa alla fase di analisi e aggiornamento in tempo reale. Qui entrano in gioco algoritmi e modelli ad altissima risoluzione, spesso basati sull’intelligenza artificiale o su metodi statistici. L’obiettivo è stimare come si muoveranno le masse d’aria, le nubi e le precipitazioni nei minuti e nelle ore successive. Per esempio, se il radar mostra una cella temporalesca che si sposta verso est a 40 km/h, il sistema calcola dove sarà dopo mezz’ora o un’ora, tenendo conto anche del vento in quota e delle condizioni atmosferiche circostanti.
Segue la fase di proiezione, in cui il sistema genera una previsione molto dettagliata nel tempo e nello spazio. Non si tratta di una previsione a lungo termine, ma di una “continuazione” dell’evoluzione osservata, come una fotografia in movimento. I meteorologi confrontano queste proiezioni con i dati in arrivo e, se necessario, le aggiornano continuamente.
Il risultato finale è un quadro dinamico della situazione che permette di sapere, quasi in tempo reale, dove e quando pioverà, se arriverà un temporale o se un fenomeno si sta attenuando. È proprio questo continuo aggiornamento che distingue il nowcasting dalle previsioni tradizionali, che invece si basano su modelli globali con orizzonti di giorni.